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Iconoclasta racconta molte cose di quello che può accadere ad una persona durante il suo percorso in questa vita: amare, essere abbandonati, il dolore, la rabbia, la consapevolezza di sentirsi troppo deboli per rialzarsi, essere accecati dalla ragione, perdere sé stessi per poi ritrovarsi e tornare liberi.
Cominciai a scrivere il concepì quando molte di queste emozioni non le avevo ancora provate sulla mia pelle.
Si perché, come una sorta di profezia, in quel momento stavo leggendo “L’Eroe dai mille volti” di Joseph Cambell, che analizza la figura dell’eroe e la sua mitologia, schematizzandola in alcuni punti fondamentali, proprio come succede nell’album.
La nascita (Nel Guscio) la percepiamo come un periodo in cui stiamo scoprendo tutto ciò che ci circonda, ci lasciamo trasportare dalla corrente degli eventi e sperimentiamo, conosciamo, progettiamo, valutiamo, rischiamo e amiamo.
La bolla in cui viviamo questo periodo, che pensiamo sia solida, in realtà è molto fragile e inevitabilmente si rompe, lasciandoci affogare nel dolore più profondo (Trauma).
C’è qualcosa o qualcuno che si sta muovendo in nostro soccorso, arriva da molto lontano (Dalla Luna), forse l’abbiamo già incontrato sotto altre forme, l’unica cosa che proviamo è il grande senso di pace e empatia che trasmette.
Un’empatia che ci sembra surreale e che portiamo (Elevazione) ad un piano, fisico e spirituale, superiore al nostro. Un punto troppo lontano da vedere chiaramente per ciò che rappresenta fin dall’inizio: il tradimento (All’Inferno).
L’essere nuovamente sotto shock ci porta a reagire d’istinto e a distruggere ciò che credevamo potesse salvarci e darci pace (Iconoclasta).
C’è sempre la quiete dopo la tempesta, e dopo di essa c’è sempre la rassegnazione definitiva, l’abbandono di sé stessi, la non voglia di provare a fare un passo, sentire il nulla più assoluto, l’Oblio.
È difficile rialzarsi, soprattutto quando non si ha uno scopo e quando galleggiamo in un oceano, senza nessuna direzione. Cullati dall’acqua come liquido amniotico. La punta del dito tocca una grande cornice di uno specchio fatto di memorie. Ricordi vividi. L’intenso bisogno di ritornare nel luogo della propria infanzia, diventando incapace di adattamento in un ambiente non abituale (Nostomania).
Quel passo indietro mentale, ci permetterà di abbracciare la luce e darci lo slancio verso la Redenzione, ed è solo quando la supereremo che potremo distruggere il cerchio e uscire Fuori Dal Guscio.
“La saggezza non sta nel distruggere idoli, sta nel non crearne mai.”
Umberto Eco
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